Post by latina85 on Oct 8, 2006 0:41:44 GMT -5
8/30/2006
Toronto Film Festival 2006
Toronto film festival, un'edizione stellare
Michael Moore, John Waters, Nanni Moretti, divi hollywoodiani, 352 titoli, focus sulla diaspora africana Daniela Sanzone Toronto
Il «momento storico» per il Toronto international film festival è giunto. Parola di Piers Handling, che nell'annunciare la nuova ricchissima 31ma edizione, a Toronto dal 7 al 16 settembre, ha garantito l'inizio dei lavori dell'atteso Palazzo del cinema entro i primi tre mesi del 2007. Intanto, per quest'anno saranno le solite note sale del centro città a mostrare ben 352 pellicole provenienti da 61 paesi. Tra queste, 261 sono film non documentari, il 91% in prima mondiale e nordamericana, mentre 62 sono debutti cinematografici.
E il festival si riconferma come il più importante e charming del Nordamerica, anche grazie alle numerose stelle del panorama internazionale annunciate. Tra le top-star che attraverseranno il tappeto rosso: Brad Pitt e Angelina Jolie, Tom Hanks, Penelope Cruz, Jennifer Lopez, Jude Law, Dustin Hoffman, Sean Penn, Russell Crowe, Emma Thomson, Charlotte Gainsbourg. E ancora, Ethan Hawke, Peter O' Toole, Emmanuelle Béart e i canadesi Don McKellar e Carrie-Anne Moss.
Tra le prime internazionali troviamo Amazing Grace di Michael Apted, con Albert Finney e il cantante senegalese Youssou N'Dour, serata di gala finale. È la storia di William Wilberforce, parlamentare britannico alla guida degli abolizionisti nella crociata per porre fine alla tratta degli schiavi alla fine del XVIII secolo in Inghilterra. Tra le altre anteprime mondiali, A good year di Ridley Scott, con Russell Crowe, Valeria Bruni Tedeschi e Albert Finney, tratto dall'omonimo romanzo di Peter Mayle; Breaking and entering di Anthony Minghella, con Jude Law, Martin Freeman, Juliette Binoche e Robin Wright Penn; Mon Meiller Ami di Patrice Leconte con Daniel Auteuil.
In anteprima mondiale anche ventidue film canadesi, comprese le coproduzioni, come Away from her di Sarah Polley con Gordon Pinsent e Julie Christie; The Journals of Knud Rasmussen di Zacharias Kunuk e Norman Cohn; Brand upon the brain! di Guy Maddin, film muto con accompagnamento musicale dal vivo, incluso nelle «Special presentations».
In prima nordamericana Infamous di Douglas McGrath, Black book di Paul Verhoeven, The banquet di Feng Xiaogang (in comproprietà con Venezia) e il melodramma familiare After the wedding di Susanne Bier. E tra i film protagonisti a Cannes, Volver di Pedro Almodovar e The Wind That Shakes the Barley di Ken Loach. La sezione «Mavericks» presenta conversazioni personali e intime con Michael Moore, John Waters, John Cameron Mitchell, Karan Johar, Shah Rukh Khan, Rani Mukherji e Amitabh Bachnan.
Nel programma «Masters», che comprende una serie di sessioni tenute da maestri del cinema, verranno presentati La stella che non c'è di Gianni Amelio, The optimists di Goran Paskaljevic, Strike di Volker Schöndorff, Cœurs di Alain Resnais, L'intouchable di Benoît Jacquot e Le voyage en Armén di Robert Guédiguian.
Tra i temi principali affrontati dal festival di quest'anno, la diaspora africana, rappresentata tra gli altri, da When The Levees Broke: A Requiem in Four Acts di Spike Lee; Catch a Fire, shot in Cape Town di Philip Noyce; The Last King of Scotland, di Kevin Macdonald, su Idi Amin Dada, soldato e poi presidente molto autoritario dell'Uganda dal '71 al '79 (e star di un documentario di Barbet Schroeder dell'epoca); Indigenes di Rachid Bouchareb, sugli africani che hanno combattuto nella II guerra mondiale; Kinshasa Palace di Zeka Laplaine, girato in parte nella repubblica democratica del Congo; No Place Like Home, di Perry Henzell sul viaggio di una donna in Giamaica. Anche Bollywood sarà rappresentato al festival con cinque produzioni provenienti dall'India, tra cui la storia d'amore Never Say Goodbye, un melò vivace girato a New York.
Oltre a La stella che non c'è anche altri film italiani in anteprima nordamericana: Come l'ombra di Marina Spada, il documentario La strada di Levi di Davide Ferrario, Il caimano di Nanni Moretti e Nuovomondo di Emanuele Crialese.
(articolo pubblicato sul Manfesto)
Toronto Film Festival 2006
Toronto film festival, un'edizione stellare
Michael Moore, John Waters, Nanni Moretti, divi hollywoodiani, 352 titoli, focus sulla diaspora africana Daniela Sanzone Toronto
Il «momento storico» per il Toronto international film festival è giunto. Parola di Piers Handling, che nell'annunciare la nuova ricchissima 31ma edizione, a Toronto dal 7 al 16 settembre, ha garantito l'inizio dei lavori dell'atteso Palazzo del cinema entro i primi tre mesi del 2007. Intanto, per quest'anno saranno le solite note sale del centro città a mostrare ben 352 pellicole provenienti da 61 paesi. Tra queste, 261 sono film non documentari, il 91% in prima mondiale e nordamericana, mentre 62 sono debutti cinematografici.
E il festival si riconferma come il più importante e charming del Nordamerica, anche grazie alle numerose stelle del panorama internazionale annunciate. Tra le top-star che attraverseranno il tappeto rosso: Brad Pitt e Angelina Jolie, Tom Hanks, Penelope Cruz, Jennifer Lopez, Jude Law, Dustin Hoffman, Sean Penn, Russell Crowe, Emma Thomson, Charlotte Gainsbourg. E ancora, Ethan Hawke, Peter O' Toole, Emmanuelle Béart e i canadesi Don McKellar e Carrie-Anne Moss.
Tra le prime internazionali troviamo Amazing Grace di Michael Apted, con Albert Finney e il cantante senegalese Youssou N'Dour, serata di gala finale. È la storia di William Wilberforce, parlamentare britannico alla guida degli abolizionisti nella crociata per porre fine alla tratta degli schiavi alla fine del XVIII secolo in Inghilterra. Tra le altre anteprime mondiali, A good year di Ridley Scott, con Russell Crowe, Valeria Bruni Tedeschi e Albert Finney, tratto dall'omonimo romanzo di Peter Mayle; Breaking and entering di Anthony Minghella, con Jude Law, Martin Freeman, Juliette Binoche e Robin Wright Penn; Mon Meiller Ami di Patrice Leconte con Daniel Auteuil.
In anteprima mondiale anche ventidue film canadesi, comprese le coproduzioni, come Away from her di Sarah Polley con Gordon Pinsent e Julie Christie; The Journals of Knud Rasmussen di Zacharias Kunuk e Norman Cohn; Brand upon the brain! di Guy Maddin, film muto con accompagnamento musicale dal vivo, incluso nelle «Special presentations».
In prima nordamericana Infamous di Douglas McGrath, Black book di Paul Verhoeven, The banquet di Feng Xiaogang (in comproprietà con Venezia) e il melodramma familiare After the wedding di Susanne Bier. E tra i film protagonisti a Cannes, Volver di Pedro Almodovar e The Wind That Shakes the Barley di Ken Loach. La sezione «Mavericks» presenta conversazioni personali e intime con Michael Moore, John Waters, John Cameron Mitchell, Karan Johar, Shah Rukh Khan, Rani Mukherji e Amitabh Bachnan.
Nel programma «Masters», che comprende una serie di sessioni tenute da maestri del cinema, verranno presentati La stella che non c'è di Gianni Amelio, The optimists di Goran Paskaljevic, Strike di Volker Schöndorff, Cœurs di Alain Resnais, L'intouchable di Benoît Jacquot e Le voyage en Armén di Robert Guédiguian.
Tra i temi principali affrontati dal festival di quest'anno, la diaspora africana, rappresentata tra gli altri, da When The Levees Broke: A Requiem in Four Acts di Spike Lee; Catch a Fire, shot in Cape Town di Philip Noyce; The Last King of Scotland, di Kevin Macdonald, su Idi Amin Dada, soldato e poi presidente molto autoritario dell'Uganda dal '71 al '79 (e star di un documentario di Barbet Schroeder dell'epoca); Indigenes di Rachid Bouchareb, sugli africani che hanno combattuto nella II guerra mondiale; Kinshasa Palace di Zeka Laplaine, girato in parte nella repubblica democratica del Congo; No Place Like Home, di Perry Henzell sul viaggio di una donna in Giamaica. Anche Bollywood sarà rappresentato al festival con cinque produzioni provenienti dall'India, tra cui la storia d'amore Never Say Goodbye, un melò vivace girato a New York.
Oltre a La stella che non c'è anche altri film italiani in anteprima nordamericana: Come l'ombra di Marina Spada, il documentario La strada di Levi di Davide Ferrario, Il caimano di Nanni Moretti e Nuovomondo di Emanuele Crialese.
(articolo pubblicato sul Manfesto)